Gravity Falls – Il mistero è servito

Gravity Falls. Dopo Star vs the forces of evil e Rick and Morty, questo è stato il terzo appuntamento della mia “part-time immersion” (continuo a visionare anche altri generi, nel frattempo) nell’animazione occidentale degli ultimi anni.

Ed è probabilmente stata anche una delle mie esperienze serial-animatorie più “intense” tra quelle che abbia vissuto fino ad ora. Ma parliamo un pochettino della storia, prima di addentrarci in ulteriori considerazioni.

Dipper (vero nome sconosciuto, per chi non abbia letto la copia fisica del Diario #3) e Mabel Pines sono due gemelli di 12 anni che vengono mandati dai genitori in vacanza a Gravity Falls, piccola cittadina dell’Oregon, sotto la tutela del loro prozio Stan. Nonostante l’apparenza tranquilla e ordinaria, però, Gravity Falls nasconde molti più misteri di praticamente qualunque altro luogo del pianeta, e in ogni episodio i due simpatici fratelli avranno a che fare con creature e fenomeni paranormali di qualsiasi genere…

Riassunta così la trama, potrebbe sembrare un’opera come tante altre. Una specie di Scooby Doo, in cui i nostri main characters si troveranno coinvolti in sempre nuove situazioni enigmatiche, e grazie alla loro sagacia e intraprendenza riusciranno puntualmente a risolvere l’inghippo.
E in un certo senso c’è anche questo, nello show.

Però una sceneggiatura brillante e una cura maniacale dei dettagli, anche quelli più insignificanti (del tipo: un personaggio del tutto secondario, praticamente una comparsa, compra una maglietta in un negozio; qualche tempo dopo lo rivediamo con quella stessa maglietta in una brevissima sequenza), rendono questo cartone uno dei serial televisivi più intriganti sulla piazza.

Parte di questa attenzione per i dettagli, che rendono la serie senza ombra di dubbio su un gradino più alto di molte altre produzioni, sono i cosiddetti crittogrammi, in pratica dei messaggi in codice mostrati al termine di ogni puntata, in cui le chiavi per la decifrazione degli stessi sono presenti all’interno dell’episodio in questione. Il loro contenuto è variabile, andando da semplici battute scherzose a vere e proprie informazioni aggiuntive che aiutano a dare una maggiore contestualizzazione o a colmare eventuali piccoli vuoti di rivelazioni. Questi crittogrammi si pongono come valore aggiunto di una serie che già per quello che presenta come “alla portata di tutti” sarebbe stata un vero gioiello, e che con questa piccola chicca raggiunge livelli ancora più alti di dettaglio nello spessore di produzione; senza contare che faranno la gioia degli amanti di rebus e messaggi cifrati. Personalmente non sono uno di costoro, dunque confesso di essere andato semplicemente a guardare le soluzioni sulla wiki.

Nel corso degli episodi le citazioni riguardanti cinema e fiction televisiva si sprecano, tutte inserite con sagacia e sapienza in un pastiche di tematiche che va a toccare ogni genere, dalla commedia (prevalente, essendo innanzitutto uno show andato in onda su una rete Disney), al drammatico, alla fantascienza, all’horror. Il tutto sviluppato brillantemente nel corso di puntate sempre appassionanti e intrattenenti.

Il punto forte della serie sono però sicuramente i personaggi. Tutti così approfonditi, nei loro caratteri, nelle loro manie, nei loro lati tanto buoni quanto più maliziosi, da risultare perfettamente credibili quasi fossero persone che potremmo, o vorremmo (anche se quest’ultima cosa probabilmente non sempre) conoscere anche noi. Il gruppo di personaggi principali è sicuramente quello su cui ci si focalizza maggiormente, ma non per questo gli altri abitanti della “ridente” Gravity Falls risulteranno delle macchiette fini a sé stesse, in quanto, nonostante a volte la spesso quasi inevitabile presenza di clichés, riescono a imporsi a loro volta come veri e propri personaggi degni di almeno un po’ di nota.

In un mosaico di misteri che pian piano nella serie verranno sempre più disvelati, Dipper, Mabel e “allegri compagni” ci faranno strada in un viaggio indimenticabile, in cui rideremo, ci commuoveremo (e attenzione, “commuoversi” non vuol dire necessariamente anche piangere, in quanto indica semplicemente un intenso trasporto interiore; anche se non mi sembra impossibile che qualcheduno di sensibile potrebbe in certi momenti arrivare a versare qualche virile – o femminile, non voglio essere sessista – lacrima), ci appassioneremo alle vicende di questi personaggi che sentiremo così vicini a noi. E al termine delle 40 puntate, probabilmente non vorrete più andarvene dalla “non tanto tranquilla”, ma tutto sommato neanche tanto malvagia, Gravity Falls.

Prima di chiudere, ultima nota, dato anche che ne avevo già fatta una simile nella recensione su Rick and Morty. Pure in questo caso sono andato di doppiaggio italiano, che ho fortemente apprezzato. Ciò nonostante, quel che ha meriti va riconosciuto, dunque non posso che affermare che, per quanto anche il doppiatore italiano lo renda tutto sommato abbastanza bene, il lavoro che è stato fatto da Alex Hirsch (tra l’altro, lo stesso creatore della serie, che ha prestato la voce nell’originale a più di un personaggio) su Bill Cipher (dire il nome ma non chi sia non credo possa essere considerato spoiler) è davvero grandioso. Un’ottima interpretazione davvero, degna di lode (che in effetti ha ricevuto in gran quantità da praticamente chiunque nel globo terracqueo). In compenso, invece, ho preferito il doppiatore italiano di Dipper, in quanto trovo che il voice actor americano gli dia un timbro abbastanza più maturo di quello che dovrebbe essere per un dodicenne; diciamo, perlomeno da quindicenne. Sugli altri personaggi non ho molto da aggiungere, trovo che siano resi bene in entrambe le versioni, e a quanto ne so pure l’adattamento in italiano è stato realizzato discretamente (se escludiamo dei piccoli messaggi nascosti modificati – spesso solo easter eggs, a volte celanti cose un po’ più importanti – i quali però non sono stati mantenuti in quasi nessuna versione estera)

Voto finale: 10

Intanto che ci siete, magari date uno sguardo anche alle altre mie recensioni su Anime, Animazione (in cui sono compresi anche prodotti occidentali) e Cinema (è attualmente in corso una mia rubrica dedicata alle pellicole di Quentin Tarantino).
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7 Risposte a “Gravity Falls – Il mistero è servito”

  1. Recensione impeccabile come sempre, ormai per me è diventata un abitudine leggere tutte le tue review e spero che tu possa continuare con questa strada.

    Ah ultima, volevo consigliarti anche io delle serie cartoon americane che davvero secondo me potrebbero piacerti un sacco (e forse le conosci già) : Bojack Horseman, Over the Garden Wall, Adventure Time, Samurai Jack, Wakfu (è francese lo so, però è davvero fatto bene come serie, non farti ingannare dai primi episodi, che migliora con l’avanzare degli episodi stessi) infine ma non meno importante Regular Show.

    1. Grazie per i complimenti! Tra l’altro, grazie anche per essere la prima persona a commentare direttamente sul sito!
      Le serie che mi hai consigliato le conosco e sono già tutte nella mia lista mentale. Probabilmente la prossima che vedrò sarà Over the Garden Wall, dato che è la più corta. In questo però credo che, nonostante solitamente preferisca il doppiaggio italiano, andrò di originale… Niente contro Sio come fumettista (non è uno dei miei preferiti, ma un po’ di no-sense ogni tanto lo trovo divertente), e ci poteva stare magari come voce di uno dei personaggi… Ma addirittura proprio i due protagonisti? Non so, non la trovo una buona idea…

    1. Ne ho visti alcuni episodi su K2 qualche mese fa, ma poi avevo perso il filo della visione e se non guardo le serie cronologicamente (anche se si tratta di episodi perlopiù scollegati) mi infastidisco. Mi ha fatto un’ottima impressione, comicità divertente e animazione che è un piacere da guardare. La canzone “I’m the bad guy” me la riascolto spessissimo. Prima o poi mi recupererò anche Wander.

  2. Fantastica recensione!
    Hai argomentato molto bene, Gravity Fall è uno dei miei cartoni preferiti e mi trovo pienamente d’accordo con te nel doppiaggio (Bill in italiano non lo posso sentire).
    Poi una domanda, visto che l’hai non solo tradotto ma anche doppiato recensirai anche Villainous?
    Comunque continua così non vedo l’ora di leggere altre recensioni.

    1. Lieto che ti sia piaciuta la mia recensione! Comunque a dire il vero io non è che odi il doppiaggio in italiano di Bill, però ha due cose che stonano secondo me: il fatto che tra prima e seconda stagione cambino doppiatore, e che la voce (nella seconda stagione) sia la stessa di Dipper. Francamente non trovo nemmeno che Lupinacci ci stia poi così male su Bill, e non è che non ci provi un po’ a differenziarla… Però non ci riesce al 100% bene secondo me. Anche Hirsch nell’originale dà la voce a più personaggi, però riesce meglio a modificare il proprio tono a seconda dell’esigenza.
      Per quanto riguarda Villainous… Non saprei, ci avevo fatto un pensierino, però per poter fare una recensione come sono abituato a fare forse sono usciti un po’ pochi corti finora… Non che non ci siano già cose di cui parlare, però… Comunque potrei prendere in considerazione, eventualmente posso anche fare un articolo un po’ più breve della media o un video sul canale.

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