Onara Goro – Un anime… Pestilenziale?

Prima di passare al prossimo film della rubrica Tarantinando o al mio giudizio sulla bellissima serie Rick and Morty come già annunciato nella recensione su Marco e Star contro le forze del male, ho pensato al fatto che nel mio blog non ho ancora parlato di qualcosa, un film, un cartone, insomma un’opera che fosse “brutta”.
Voglio dire, ho recensito Tokyo Ghoul, ma quello non è brutto, è solo… Non granché.

Prima che mi si accusi di essere poco obiettivo e troppo largo di maniche con i voti, dunque, rimedierò parlando di Onara Goro, serie anime del 2016 composta da 13 episodi di soli 3 minuti l’uno. Per fortuna.

Il nostro main character, in tutta la sua… Magnificenza.

Goro, il nostro protagonista, è “la più ammirevole delle scoregge”. Ogni volta che qualcuno ha bisogno di lui, sia che chieda direttamente il suo aiuto oppure no, egli spunta fuori dall’ano del “suo umano” (il quale non è ben chiaro se abbia una volontà propria o se sia semplicemente un “contenitore” per Onara Goro) e dispensa i suoi… Saggi consigli per affrontare le tribolazioni della vita.

Nata dalla mente dell’animatore ventritreenne Takashi Taniguchi, la serie è una produzione indipendente che è riuscita perfino ad aggiudicarsi una campagna di crowdfunding da un milione e mezzo di Yen (circa quattordicimila dollari) per avviarne la realizzazione. Un ottimo modo per spendere denaro, non c’è che dire.

Come avrete potuto intuire dalla breve sinossi, Onara Goro è un’opera volutamente grottesca e demenziale, con un umorismo dell’assurdo e no-sense spiccatamente giapponese; il fatto però è che non è una demenzialità “bella” alla Gintama (una delle mie commedie – e sì, lo so che non è solo una commedia, ma per il 90% lo è e questo non si può negare – sia in forma animata che cartacea). È un semplice parossismo condito da situazioni a volte normali, a volte bizzarre e ridicole, che non lascia niente allo spettatore dopo la visione.

Ammetto che mi è capitato di sorridere in due o tre occasioni nel corso dei tredici episodi, un po’ per l’assurdità del concetto di base (insomma, un peto che dopo essere fuoriuscito dal sedere prende forma antropomorfa e si mette a dare consigli “filosofici” o aspiranti tali; quantomeno come soggetto è simpatico, demenzialmente parlando), e in ogni caso non credo che l’obiettivo dell’opera fosse di strappare risate sguaiate, ma solo perché una cosa è fatta apposta in un certo modo non vuol dire che sia fatta bene.

Un esempio dei comprimari di Onara Goro.

Sicuramente è una produzione stravagante, con uno stile grottesco sia nell’assunto di base, sia nei personaggi e nello svolgimento degli episodi. A questo contribuisce lo stile grafico, con disegni tutt’altro che realistici in cui predominano le ombreggiature, il che dà un ulteriore tocco bizzarro e “inquietante” al tutto.

Anche l’animazione, ridotta al minimo nelle movenze e nel dettaglio, fa parte di questo pacchetto fatto di sperimentalismo e bizzarria, oltre che di basso budget. Nella maniera esecutiva ricorda un po’ il Kamishibai, una forma di narrazione nata dai monaci giapponesi buddisti del XII secolo, che rassomiglia ai nostri teatrini di burattini o alle ombre cinesi, ma che utilizza set di tavolette in legno per raccontare storie dotate di insegnamenti morali.
Altro anime realizzato con questo stile è Yami Shibai, serie di corti di genere horror del 2013, che però stando alle mie fonti sarebbe di qualità alquanto superiore al nostro Onara Goro.

Insomma, Onara Goro è un anime che punta tutto sull’assurdo assunto di una scoreggia parlante e maestra di vita, ma che non si innalza da una posizione di più che mediocrità annunciata dal suo grottesco soggetto. Storie con non molto da dire, situazioni paradossali ma che tutt’al più possono risultare solo brevemente simpatiche, un genere di umorismo che qui non si esprime al di sopra di un no-sense sterile.

Voto finale: 2/10

Se vi interessa guardarlo lo trovate su VVVVID.
Su YouTube invece potete trovare il promo musicale con il nostro protagonista impegnato in un balletto  sul canale di Dynit e la sigla finale dei corti, in cui vediamo Goro alle prese con idol in carne ed ossa. Entrambi video simpatici e con musica orecchiabile, tanto in ogni caso ci perdete solo un minuto in totale.

Alla prossima recensione!