One Operation Joker: da nemesi a babysitter

Il Giappone, si sa, non ha timore di prendere delle idee che di primo acchito paiono totalmente fuori di testa per renderle delle serie a fumetti fatte e compiute. Ne è un esempio Rooster Fighter, di cui ho parlato nel mio precedente articolo, storia di un gallo che si batte per proteggere l’umanità.

E ne è ulteriore dimostrazione il manga di cui parleremo oggi: One Operation Joker, ultimo lavoro di Satoshi Miyakawa, già autore di Space Battleship Tiramisù, commedia fantascientifica ambientata su un vascello spaziale.

In questa sua nuova opera, invece, Miyakawa attinge dal campionario dei personaggi DC Comics per sfoderare una premessa forse meno assurda e sopra le righe del già nominato gallo difensore della Terra, ma non per questo meno bislacca: nel corso di uno degli ennesimi confronti tra il Joker e il suo arcinemico Batman, il Cavaliere Oscuro precipita all’interno di una cisterna contenente non ben specificati prodotti chimici (chiaro rimando alle origini dello stesso Joker). Una volta che il Principe Pagliaccio va a controllare lo stato del suo eterno rivale, scopre con sommo stupore che egli è stato tramutato in un neonato. Il Joker prenderà dunque su di sé il compito di accudire il Batman infante, crescendolo così che ritorni ad essere il crociato mascherato che amava e odiava.


Così strampalato come sembra?

Chiaramente, l’ironia è uno degli aspetti principali della serie. Vedere un personaggio come il Joker, noto assassino psicopatico e amorale, prendersi cura di un bambino in una maniera che si potrebbe definire persino amorevole, è certamente qualcosa che non si vede tutti i giorni. Eppure, a dispetto di quella che potrebbe sembrare una premessa all’infuori di ogni logica, solo un altro esemplare della tipica demenzialità nipponica, come scenario non è poi così assurdo come si potrebbe pensare.

In tutto ciò, infatti, vi è da ricordare una cosa: Joker è letteralmente ossessionato da Batman. Nelle occasionali saghe in cui, nel corso degli anni, lo ha creduto morto, è quasi sempre entrato in un vortice di depressione per avere perso quella “scintilla” che rendeva la sua vita più interessante. In un’occasione, nella storia Batman: Going Sane, credere che la sua nemesi fosse morta lo ha persino “curato” dalla sua follia. Almeno per un po’, ossia fino a quando non ha scoperto che “Batsy” era in verità sopravvissuto.

Insomma, che Joker senta un sentimento di dipendenza così smodato nei confronti del suo arcinemico di sempre è un fatto assodato. Molte sono le storie in cui afferma chiaro e tondo che la sua vita non avrebbe significato senza di lui. Dunque, che provi con tutte le sue forze a cercare di far “tornare” Batman in sé, a costo persino di accudirlo dalla fanciullezza sino a quando non potrà nuovamente vestire i panni del Crociato Mascherato, non è poi così assurdo. Soprattutto considerando che stiamo sempre parlando del Joker. E che siamo in un manga. Ne capitano di ben di peggio da quelle parti.

Nuovo capitolo di un tipico trend giapponese

I giapponesi, è noto, hanno dei generi che, nella loro produzione, spremono fino all’osso in ogni declinazione possibile. Per fare un esempio, negli ultimi anni vi è stato il caso dell’assunzione a grande popolarità degli isekai, in particolare a partire dall’ascesa di Sword Art Online (seppur non sia propriamente ascrivibile in toto al genere).

Con One Operation Joker, invece, il trend che si va in questo caso a sfruttare è di tutt’altra fattispecie: quella dello slice of life (in cui si tratta, insomma, di frammenti di vita quotidiana) con protagonista un personaggio socialmente riconosciuto come un “delinquente”, a cui va ad aggiungersi un elemento famigliare con l’introduzione di un bambino di cui questi dovrà prendersi cura. Tra i più popolari esempi di prodotti con questo tropo vi è stato certamente Beelzebub (per quanto con un’impostazione più da battle shonen rispetto allo schema di cui si era parlato), mentre casi più recenti sono La via del grembiule – Lo yakuza casalingo, storia di uno yakuza che si ritira dalle sue attività criminali per mettere su famiglia, e The Yakuza’s Guide to Babysitting, il quale racconta di un altro yakuza a cui viene affidata dal suo boss la missione di badare alla propria figlia.

In un certo senso, quindi, One Operation Joker non fa altro che mettersi su questi binari, proponendo le vicissitudini di un Joker fuori dalla sua zona di comfort che si prende cura di un infante, e nientemeno che il suo peggior nemico su questa Terra, per di più.

Conclusioni

In definitiva, con One Operation Joker ci troviamo di fronte un tipico prodotto del gusto dell’assurdo nipponico, con in questo caso il plus, in parte forse ancora più straniante, di avere a che fare con personaggi e scenari ben conosciuti anche ai lettori occidentali.

Una lettura scorrevole, improntata alla semplicità e fruibilità, che per quanto possa magari tenere alla larga alcuni fan dei personaggi coinvolti, loro malgrado, in questa “farsa”, potrebbe destare la curiosità di altri. Complici dei disegni davvero di ottima fattura e un umorismo che alle volte riserva qualche sincera gemma, con tanto di riferimenti e citazioni varie (come quella al recente film di Joker del 2019, che non poteva certo mancare in questo contesto storico).

È possibile leggere la serie, con al momento solo il primo capitolo disponibile, su MangaDex. La traduzione italiana è stata curata dal sottoscritto in persona, quindi ve ne posso assicurare la qualità!

 

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