Over the Garden Wall – Avventura nella foresta dei misteri

Continua il mio viaggio nel mondo dell’animazione occidentale. Dopo essere passato per una principessa ribelle e il suo ispanico compagno di avventure, uno scienziato cinico e il suo sottomesso nipote e una cittadina dell’Oregon piena di segreti, ci avventureremo oggi nell’universo di Over the Garden Wall, un luogo dove quasi niente è ciò che sembra.

Over the Garden Wall è una miniserie di 10 episodi della durata di appena poco più di 10 minuti l’uno, andata in onda su Cartoon Network nel 2014. Creata da Patrick McHale, che forse alcuni di voi già conosceranno per essere una delle menti che stanno dietro ad Adventure Time, OTGW è un’opera interessante che meriterebbe un’analisi approfondita per la quantità di riferimenti, di ispirazioni e di simbologie che le stanno dietro. Io intanto cercherò di eviscerare un pochetto almeno a livello basico la mia opinione, naturalmente stando attento a non svelare troppo di una trama che va scoperta in prima persona, complice anche la sua assai breve durata.

Wirt e Greg sono due giovani fratelli, dispersi in una foresta misteriosa e inquietante, definita dagli abitanti locali Ignoto. Wirt, il maggiore, è un tipo coscienzioso e prudente, ma anche molto insicuro, mentre Greg, il minore, è invece iperattivo, impulsivo e spensierato. In cerca della strada per tornare a casa, si imbatteranno episodio dopo episodio in svariati personaggi e situazioni fuori dal comune, mentre dovranno anche fare bene attenzione alle insidie della temibile ed enigmatica Bestia

Over the Garden Wall è una serie di cui faccio un po’ fatica a parlare. Non perché non ci siano cose da dire, ma forse all’opposto proprio perché ci sarebbero svariate faccende di cui discutere, solo che per molte di esse mi ritroverei a svelare rivelazioni chiave dell’opera. Cercherò di tenermi quanto più possibile sul generale, dunque.

Inizierò parlando delle ispirazioni. Tra le fonti di ispirazione che una mente letteraria può cogliere senz’altro quella più evidente è la Divina Commedia, esemplificata da vari fattori. Uno di questi è il “pellegrinaggio” dei due fratelli alla ricerca della via per tornare a casa (tant’è che lo stesso Wirt verrà definito “Il pellegrino” dagli avventori di una locanda in un episodio), colui che è alla ricerca di qualcosa, che non è solo un luogo fisico come possiamo supporre in un primo momento, bensì anche di più “metaforico” o “spirituale”, se vogliamo. Altra evidente citazione, Beatrice: la donna amata dal sommo poeta Dante Alighieri, nonché sua guida nell’ultima cantica del poema (il Paradiso), il cui nome viene qui dato a una uccellina parlante, un po’ scontrosa ma in fondo di buon cuore, che accompagnerà i nostri protagonisti nel loro viaggio alla scoperta di sé stessi. Ci sarebbe anche un’altra faccenduola che accomunerebbe l’opera Dantiana a OTGW, insita nel personaggio della Bestia, ma qui preferisco mantenermi sul vago in quanto facente parte di una delle cose che è meglio scoprire da soli. In ogni caso, se avete un pochetto di intuito, credo possiate averlo già subodorato.

Ovviamente questa è solo una goccia nel mare. I riferimenti culturali si sprecano, e nel corso degli episodi si possono scorgere ispirazioni Ghibliane, Disneyane, o letterarie in generale. Chicche non fini a sé stesse ma che contribuiscono alla costruzione di un’ambientazione dai toni nettamente fiabeschi, che però, attenzione, non è sinonimo di “allegria” e “spensieratezza”: non rimembrate forse di una certa strega cattiva che voleva cibarsi di due innocenti bambini? Giusto per fare un esempio tra i più conosciuti.

Il tono delle vicende è sempre abbastanza, per così dire, dark; non che non ci sia spazio per simpatiche gag che coinvolgano i due fratelli, o per momenti di ritrovata serenità, ma il colorito mai troppo accesso delle ambientazioni e un costante senso di “minaccia incombente” che grava continuamente sulle teste dei nostri protagonisti – in special modo quando alla fine di alcune puntate assistiamo a una fugace comparsa della Bestia, che spesso scambia qualche breve battuta con un altrettanto misterioso personaggio, il Taglialegna – mantiene un livello di tensione spesso impalpabile e rarefatta, ma mai svanita.

Non aspettatevi che Over the Garden Wall vi accompagni propriamente “mano nella mano” nella visione: gli ultimi tre episodi contribuiranno a delineare un quadro d’insieme che risponderà a vari dei quesiti sorti nel corso della storia, ma non risponderà per filo e per segno ad ogni vostra domanda, lasciando all’interpretazione alcune faccende di maggiore o minore importanza. Nulla che intacchi il piacere della visione, anzi, si può dire che in un certo senso possa arrivare a costituire se non proprio un valore aggiunto, quantomeno la sensazione di aver guardato un qualcosa di più maturo di un “semplice cartone per bambini”.

Prima di chiudere, una nota sul doppiaggio come ormai sono abituato a fare. Di solito, se è disponibile un doppiaggio in lingua nostrana, prediligo visionare quello; ma in questo caso, ho preferito andare di versione originale. Perché, chiederete voi? Il motivo è semplice. Nonostante il doppiaggio in generale da quel poco che ho avuto modo di vedere sia stato abbastanza curato, hanno deciso di affidare il ruolo di ENTRAMBI i due protagonisti, i fratelli, a Sio, ovvero Simone Albrigi. A Sio. Ora, nulla contro di lui come fumettista (le sue strisce non sono tra le mie preferite, ma non le disprezzo nemmeno; a piccole dosi il no-sense può essere divertente), ma vorrei proprio conoscere la persona che ha avuto l’idea di affibbiare a un non professionista i due ruoli più importanti della serie.
In parole povere, se non vi piace l’idea dei sottotitoli potete pure guardarla in italiano, ma personalmente, almeno per questa occasione, consiglio nettamente la visione in lingua originale.

Voto finale: 9+

Bene, anche la recensione di oggi è finita. Intanto che ci siete, magari date uno sguardo anche alle altre mie recensioni su Anime, Animazione (in cui sono compresi pure prodotti occidentali) e Cinema (è attualmente in corso una mia rubrica dedicata alle pellicole di Quentin Tarantino).
Non mancate poi di mettere mi piace alla pagina Facebook ufficiale Inazuma Comics e di iscrivervi al mio canale YouTube, e se il mio operato è di vostro gusto magari potete supportarmi su Patreon (ovviamente in cambio di rewards) o fare una donazione su PayPal.

E per salutarvi in allegria… Ecco a voi un assaggio della Bestia!

“Ci sono solo io. C’è solo il mio modo. C’è la foresta e basta, a cui bisogna arrendersi.”

Alla prossima!